Il mio suicidio by Henri Roorda

Il mio suicidio by Henri Roorda

autore:Henri Roorda [Roorda, Henri]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Lindau
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


L’individuo e la società

Tutto quanto c’è di buono in me lo devo alla società. Nel mondo attuale, se potessi contare solo sulle mie forze di vertebrato superiore, sarei incapace di nutrirmi e difendermi. Un individuo che sia in grado di vivere da solo, nel deserto, si è dapprima sviluppato nell’ambiente sociale, che gli ha fornito tutte le armi di cui ha bisogno.

Non sarei in grado di parlare, se non fossi nato tra gli esseri umani. Sono gli uomini che mi hanno insegnato a pensare. È la società ad avermi svelato tutte le cose belle che mi hanno fatto amare la vita. So bene che, per durare a lungo, essa necessita della violenza e della menzogna; ma sono i suoi scrittori che mi hanno parlato della giustizia e hanno instillato in me lo spirito di rivolta. Devo agli altri tutto ciò che possiedo: le mie idee e le mie gioie, tanto quanto i miei vestiti.

Ben presto, però, la società si riprende da noi tutto quello che ci ha dato. Dopo aver inculcato nel nostro animo immagini esaltanti, ci impedisce, tramite la sua morale e le sue leggi, di soddisfare i nostri desideri e, spesso, i nostri bisogni più imperiosi. I suoi educatori cominciano col coltivare in noi il gusto della bellezza; dopodiché la società imbruttisce la nostra vita facendo di noi delle macchine.

La società è la più forte: si sbarazza facilmente degli individui che la disturbano. Ma, in molti casi, è l’individuo ad avere ragione contro di essa: egli è già il rappresentante di una società migliore. È ribellandosi contro la società che a volte si compie il proprio dovere sociale.

Affinché la vita continui, occorre che gli uomini acconsentano, ogni giorno, per lunghe ore, a essere delle macchine. Ma la macchina non è tutto. Coloro che hanno il compito di arricchire la vita interiore dei più giovani sono ridotti alla stregua di automi e maniaci. Da trentatré anni insegno ai miei studenti i fondamenti della matematica. Ogni anno, ogni giorno, sgrano un rosario di regole e formule immutabili. (Quanto alle mie digressioni, invece, sono indubbiamente contrarie al regolamento.) Ci sono frasi che ho dovuto pronunciare così spesso che, talvolta, il disgusto le trattiene sulle mie labbra.

A coloro che istruiscono gli scolari, lo Stato non dà occasione di rinnovare il loro ingrato compito e ringiovanire così il proprio pensiero. Dà importanza al fatto che si entusiasmino le nuove generazioni? Certo che no, l’entusiasmo è pericoloso.

Io amo gli inizi, le partenze, lo slancio della novità.

«Ah, i primi fiori, quanto sono profumati!».

Ogni giorno ai bambini che mi vengono affidati devo parlare di cose che occuperanno ben poco spazio nella loro vita. Nel profondo del mio cuore, tendo a scusare i «pigroni» che trovano noiose le mie lezioni. Per attirare la loro attenzione, devo alzare la voce e ricorrere a una gran dose buon umore. La scuola ha il torto di insegnare a tutti troppe cose che interessano soltanto ad alcuni specialisti. Il bambino, si dice, deve imparare a obbedire. E sia! Ma che almeno gli adulti imparino a comandare con raziocinio.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.